Povertà infantile: e se si privileggiasse il lavoro con le famiglie  ?

Alla luce di quanto emerge dal rapporto Unicef1, anche ATD Quarto Mondo si associa a tale rapporto e denuncia la condizione di povertà in cui versa il 15,9% della popolazione infantile italiana e l’azione quasi assente da parte del nostro governo.

E’ bene ricordare che l’Italia é uno dei paesi più ricchi dell’area euro e in un contesto economico come quello che stiamo vivendo é auspicabile avviare un’azione che coinvolga tutti gli strati della popolazione, soprattutto le fasce più deboli, attraverso politiche socio-economiche che riguardino anche bambini ed adolescenti all’interno delle loro famiglie.

Nella classifica stilata, l’Italia è agli ultimi posti: 29° su 35 Paesi. Anche considerando il poverty gap (divario tra la soglia di povertà e il reddito mediano di coloro che si trovano al di sotto di tale soglia), l’Italia è agli ultimi posti ( 32° su 35 Stati)2.

Confrontando tali dati con quelli dei paesi del nord europa, storicamente più inclini ad una politica socio-economica più inclusiva, é possibile evincere come il tasso di deprivazione tra i minorenni in quest’area sia inferiore al 3%. Altra misura presa in esame nel rapporto é la povertà relativa, dove viene considerata la percentuale di bambini ed adolescenti (0-17 anni) che vive al di sotto della soglia di povertà nazionale.

Nel rapporto vengono confrontati Paesi con economie simili, il che dimostra come la politica ed i governi abbiano impatti estremamente fondamentali e significativi nella vita delle famiglie. Invitiamo l’Italia tutta affinché operi attraverso una politica di sostegno e di protezione alle famiglie. Le amministrazioni e gli attori che sono direttamente coinvolti in tale ambito hanno bisogno di lavorare attraverso la cooperazione ed il coinvolgimento delle famiglie.

E’ un passo fondamentale da compiere per un lavoro differente che rinnoverebbe il modus operandi attraverso il rinforzamento della preparazione e della formazione dei professionisti nell’interagire con le famiglie in modo tale da ripristinare la fiducia tra queste e le istituzioni.

Si verrebbero così a costituire una nuova prospettiva ed una opportunità che non possiamo permettere che vengano ignorate.

I bambini, gli adolescenti sono il futuro dell’Italia e dell’Europa. Accompagnarli nella crescita e permettere loro che abbiano una educazione ed un futuro é nostro compito; é compito del governo e delle Istituzioni tutte considerarli come parte attiva, come soluzione del problema.